Pubblicazioni
In questa sezione vengono inserite le pubblicazioni di manuali e saggi, realizzate con alcune delle principali case editrici italiane, ed aventi ad oggetto temi giuridici, economici, sociali, politici e antropologici.
La sovranità digitale tra sicurezza nazionale e ordinecostituzionale
La sovranità, concetto terribile e limite del diritto, si deve confrontare in maniera sempre più
palese ed organica con il moto centripeto prodotto dalla digitalizzazione e dalla globalizzazione.
Il volume ha l’ambizioso scopo di analizzare la autentica costruzione di uno Stato digitale, non
inteso solo nelle sue sfumature amministrativistiche connesse alla emersione di servizi pubblici
digitali, al C.A.D., alla identità digitale, ma anche alla sua profonda, costituzionalistica natura di
ordinamento basato sull’esercizio della sovranità, da parte del popolo, in un dato ambito
territoriale.
Ipotesi-neofeudale
Il volume nasce dalla esigenza di raccogliere, sistematizzare e razionalizzare il vasto e spesso caotico quadro normativo afferente la categoria delle vittime del dovere.
Una categoria che si è fatta strada spesso negli interstizi della regolazione e più spesso per gli interventi della Corte di Cassazione e dei giudici di prime cure piuttosto che per una organica visione di insieme del legislatore.
In questo quadro disomogeneo, spesso punteggiato di burocrazia difensiva e di tattiche dilatorie operate dalle amministrazioni, sono emerse disuguaglianze, disparità di trattamento, mancati riconoscimenti a quei dipendenti pubblici rimasti menomati o ai loro eredi nel caso di morte dei dipendenti per cause originanti dal loro servizio.
Con un’ampia disamina costituzionalmente orientata e in ottica comparatistica, ripercorrendo la giurisprudenza saliente e il vasto corpus normativo stratificatosi negli anni, si è cercato di coniugare esigenze pratiche e visione complessiva dottrinale, al fine di scorgere un fondamento comune, radicato in Costituzione, della categoria in oggetto.
La prescrizione medica nell’era della digitalizzazione
L’atto prescrittivo del Medico di Medicina Generale così come del Pediatra di Libera Scelta viene comunemente ritenuto la porta di accesso alle cure, eppure al di là di questo assunto pochi si sono soffermati sulla valenza, soprattutto a livello giuridico, che esso esercita sul mondo sanitario. Dunque questo lavoro, partendo dall’analisi dei fenomeni patologici che hanno consentito in un recente passato ad imprenditori privati di lucrare indebiti profitti alle spalle della collettività, proprio grazie alla compiacenza di alcuni medici che autorizzarono spese illegittime in base alla loro capacità prescrittiva, si è analizzata la situazione europea di tale categoria professionale; per poi giungere ad una disamina dei rapporti tra medici e farmacisti affermatisi in seguito all’avvento delle nuove tecnologie. Queste ultime sono state recepite dal legislatore nazionale il quale, attraverso una copiosa serie di norme spesso in conflitto tra loro, ha introdotto questo mutamento epocale tradottosi nella dematerializzazione del supporto cartaceo a beneficio della ricetta elettronica che, laddove sarà utilizzata dispiegando tutte le sue potenzialità, consentirebbe cospicui risparmi per l’erario e un deciso ingresso nel futuro del Servizio Sanitario Nazionale italiano.
Il processo del lavoro
Il processo del lavoro assolve alla funzione essenziale di fornire una specifica, e differenziata, tutela alle controversie aventi ad oggetto di rapporti tra il prestatore di lavoro ed il datore di lavoro, sia esso un privato (società o altro) oppure la Pubblica Amministrazione; l’attuale forma processuale, introdotta nel 1973, garantisce il giusto equilibrio tra l’aspettativa di una rapida definizione della controversia con l’esigenza, indiscutibile, di una completa istruttoria e piena attuazione del diritto di difesa. Alcuni principi fondanti il processo del lavoro, infatti, quali l’oralità, l’immediatezza e la concentrazione, rappresentano il cuore pulsante del sistema che consente allo stesso di poter definire il contenzioso con un solo atto scritto e con la discussione orale tra le parti, sulle quali incombono rigidissimi oneri di allegazione e di contestazione; questi elementi, unitamente alla previsione di una magistratura specifica per il settore, ha reso il processo del lavoro un vero e proprio modello delle più recenti riforme che hanno coinvolto il processo civile ordinario che, progressivamente, tende ad assimilare i concetti tipici del rito lavoro. L’opera è rivolta agli studenti universitari, ma anche al giovane professionista che si approccia al processo e vuole scovarne tutte le potenzialità.
Il licenziamento per scarso rendimento
La semplificazione delle regole che governano il rapporto di lavoro ha imposto un’ampia riflessione sulla visione “classica” del confronto tra imprenditore e prestatore, che si esprime con la massima accentuazione del vincolo fiduciario e del controllo sull’efficienza della prestazione resa; l’attività produttiva viene così intesa come un unicum poiché tanto più è efficace l’azione dell’imprenditore tanto più vi saranno prospettive per i propri dipendenti e, al contempo, più efficientemente viene resa l’attività dal lavoratore tanto più ne beneficerà l’impresa e tutto il complesso dei lavoratori addetti.
Non è un caso se le spinte verso una retribuzione a carattere premiante sono state sempre maggiori negli ultimi anni, proprio in quanto si è alla ricerca di quella compartecipazione reale all’attività imprenditoriale che consenta il superamento del più antico dei conflitti sociali.
In questo contesto, da tempo ci si confronta sulla possibilità di intervenire qualora la prestazione resa dal lavoratore sia del tutto insufficiente rispetto alle attese e agli investimenti da parte dell’imprenditore. E’ dunque possibile il licenziamento del “fannullone” o di chi, privo delle richieste capacità professionali, renda una prestazione improduttiva?
Evidentemente si.
Può configurarsi un licenziamento per giustificato motivo soggettivo ogni qual volta il rendimento, insufficiente, è determinato da un inadempimento colpevole del lavoratore o comunque da una negligenza oggetto di contestazione disciplinare; diversamente, si parlerà di licenziamento per giustificato motivo oggettivo (economico) se l’inadempimento è incolpevole e, semplicemente, il dipendente renda una prestazione improduttiva che rappresenti un costo non sostenibile dall’imprenditore.
Le vittime del dovere
Il volume nasce dalla esigenza di raccogliere, sistematizzare e razionalizzare il vasto e spesso caotico quadro normativo afferente la categoria delle vittime del dovere.
Una categoria che si è fatta strada spesso negli interstizi della regolazione e più spesso per gli interventi della Corte di Cassazione e dei giudici di prime cure piuttosto che per una organica visione di insieme del legislatore.
In questo quadro disomogeneo, spesso punteggiato di burocrazia difensiva e di tattiche dilatorie operate dalle amministrazioni, sono emerse disuguaglianze, disparità di trattamento, mancati riconoscimenti a quei dipendenti pubblici rimasti menomati o ai loro eredi nel caso di morte dei dipendenti per cause originanti dal loro servizio.
Con un’ampia disamina costituzionalmente orientata e in ottica comparatistica, ripercorrendo la giurisprudenza saliente e il vasto corpus normativo stratificatosi negli anni, si è cercato di coniugare esigenze pratiche e visione complessiva dottrinale, al fine di scorgere un fondamento comune, radicato in Costituzione, della categoria in oggetto.
La riforma Madia alla prova dei decreti attuativi
“Dall’interno delle Pubbliche Amministrazioni non si levano voci con analisi e proposte” ha di recente rilevato Sabino Cassese.
Il volume ambisce a rappresentare un tentativo di risposta a questa mancanza: dirigenti pubblici, liberi professionisti, accademici, accomunati dal percorso di alta formazione e di analisi delle dinamiche del cambiamento interno alla P.A. si sono organicamente confrontati con la ampia, recente Riforma Madia e con i connessi decreti attuativi.
Ne è uscito un affresco dalle tinte vive, intense, una analisi capillare e minuziosa ma anche contraddistinta da quella sana passione civile che anima chi, da esterno alla Pubblica Amministrazione, ambisce ad entrarvi per portarvi la brezza del cambiamento.
Un libro frutto di una inesausta dialettica con chi, da intraneus, già conosce pregi e difetti, punti di caduta e punti di forza, dei pubblici apparati e della burocrazia e nonostante questo non si rassegna allo status quo. Le pagine consegnate al lettore focalizzano la propria attenzione sugli aspetti vivi, pulsanti e attuativi della Riforma, di ciò che è e di ciò che potrà essere (e di ciò che sarebbe potuto essere).
Il tutto attraverso il prisma caleidoscopico delle diverse sensibilità, delle diverse formazioni culturali e professionali degli autori.